Sharon Stone: «La scena hot di Basic Instinct? Fu un inganno del regista»

È stata consacrata al successo proprio grazie al film di Paul Verhoeven del 1992, Basic Insitnct, ed è per questo che, se potesse tornare indietro, Sharon Stone, seppur “tradita” dal regista, lo rifarebbe di nuovo.

Stiamo parlando della famosa scena dell’interrogatorio in cui l’attrice americana accavalla le gambe senza gli slip.

«Fu un tradimento del regista» ha rivelato ventidue anni dopo la 56enne diva americana ai microfoni del settimanale francese Télécâble Sat Hebdo. «Poco prima di girare, Paul mi chiese di sfilare gli slip bianchi perché si vedevano nella cinepresa. Mi assicurò che non si sarebbe notato nulla». La scena, insomma, non doveva essere così osé. «Solo qualche settimana più tardi, a pochi giorni dalla presentazione al Festival di Cannes, vidi la versione definitiva del film e mi sono sentita tradita. Così mi alzai e lo schiaffeggiai». L’attrice ha poi aggiunto «Non pensavo che sarebbe diventata una scena così erotica. Ciò che mi ha fatto più male è stato il suo tradimento. Se fossi stata al suo posto, avrei sicuramente conservato quella scena ma, in segno di rispetto, mi avrebbe almeno potuto avvisare».

Un “inganno” dunque che ricorda quello subito da Maria Schneider sul set di Ultimo tango a Parigi nella famosa scena col burro con Marlon Brando e che Bertolucci le fece girare a sorpresa. La Schneider, scomparsa nel 2011 a 59 anni, dichiarò in più di un’occasione che, se avesse potuto tornare indietro, quella scena non l’avrebbe mai girata, considerandola una umiliazione da parte del regista (Bernardo Bertolucci, ndr).

Nessun rimpianto invece per Sharon Stone il cui film di Paul Verhoeven la consacrò a sex symbol internazionale. «Rifarei tutto» ha ammesso senza alcun problema la star di Basic Instinct «Quel film ha cambiato il corso della mia carriera. Prima di arrivare sulla Croisette ero una semplice attrice americana. Quando sono ripartita ero una star mondiale, e la prova è che mi ritrovo a parlarne ancora oggi».

 

A cura di Costanza Carla Iannacone.