Riccardo Marcuzzo, conosciuto per la sua esperienza ad Amici, ha recentemente raccontato in un’intervista al Corriere della Sera il difficile percorso che l’ha portato a prendersi una pausa dal mondo musicale per ritrovare un equilibrio interiore. Come altri artisti giovani e di successo, anche lui ha vissuto momenti di crisi e di “gabbia dorata” che lo hanno allontanato dalla serenità, portandolo a fare un passo indietro per prendersi cura della propria salute mentale.
Riccardo Marcuzzo racconta Riki dal Successo al rapporto con Francesco Facchinetti
Dopo il boom di popolarità grazie ad Amici, Riccardo ha vissuto tre anni intensi ma anche confusi, dove, come lui stesso afferma, non si sentiva padrone delle proprie scelte. La pressione del successo e la necessità di seguire le logiche del mercato musicale lo hanno gradualmente portato a sentirsi ingabbiato in un sistema in cui si chiedeva sempre di più. L’essere costantemente sotto i riflettori ha innescato in lui una spirale di solitudine e frustrazione, riflettendosi in alcuni comportamenti impulsivi. “Tutto questo è successo piano piano,” racconta, spiegando come la velocità del settore lo abbia condotto a un punto di rottura senza che potesse prendere una pausa per riflettere.
Il Ruolo di Francesco Facchinetti e le Scelte Difficili
Durante quel periodo, Marcuzzo era sotto la gestione di Francesco Facchinetti, che pur avendo portato risultati importanti, rappresentava un team di cui l’artista non si sentiva parte. Riccardo spiega come, all’inizio della sua carriera, avesse accettato il supporto di chiunque si mostrasse capace di dargli sicurezza. Tuttavia, con il tempo, ha iniziato a percepire che alcune scelte del manager non erano sempre in sintonia con i suoi desideri creativi. “Con Francesco, quando le cose andavano bene era tutto meraviglioso,” ricorda, evidenziando come a volte avrebbe voluto esplorare nuove direzioni artistiche che, per divergenze di visione, non sono state realizzate.
La Crisi di Sanremo 2020 e il Bisogno di Fermarsi
Un episodio particolarmente significativo nel racconto di Marcuzzo riguarda la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2020, un’esperienza che, secondo lui, ha fatto emergere ulteriormente il disagio che già provava. Nonostante avesse deciso di partecipare, Riccardo si sentiva profondamente in crisi, tanto da affrontare il palco senza entusiasmo né energia. “Sul palco non stavo bene, ero asettico,” spiega, aggiungendo che l’inizio della pandemia, arrivato subito dopo Sanremo, gli ha dato la possibilità di fermarsi, forzandolo a riflettere su ciò che stava vivendo. Questo momento, pur drammatico, gli ha permesso di allontanarsi dalle pressioni esterne e di dedicarsi a un percorso di guarigione.
L’Ombra della Depressione e la Strada Verso la Ripresa
Guardando indietro, Riccardo ha finalmente dato un nome al suo malessere: depressione. Descrive il suo stato come una condizione di apatia e svogliatezza, in cui tutto sembrava privo di significato. La terapia e l’amore per altre passioni, come il design, sono stati fondamentali per lui nel processo di guarigione. Durante la pandemia, ha riscoperto la sua creatività e ha completato gli studi in design, trovando in questo percorso un sostegno importante. Le persone veramente vicine, quelle che gli hanno offerto un supporto sincero, sono rimaste al suo fianco, mentre coloro che erano presenti per mero interesse si sono allontanate. Questa consapevolezza ha portato Marcuzzo a valorizzare i legami autentici e a costruire una nuova solidità emotiva.
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