Un’anima napoletana contro le etichette: Nino D’Angelo, cantautore iconico del panorama musicale italiano, si apre in una recente intervista a La Stampa, raccontando il suo percorso artistico costellato di pregiudizi e ostacoli che hanno messo alla prova la sua integrità artistica.
Nino D’Angelo: un viaggio musicale tra pregiudizi e trionfi
Le radici profonde di Napoli: Nato nel cuore di una città pulsante come Napoli, D’Angelo ha sempre portato con orgoglio le sue origini, nonostante le sfide e le divisioni interne tra zone come il Vomero e Secondigliano. La sua musica, intrisa di tradizione e vissuto, ha spesso rispecchiato le contraddizioni e le realtà sociali della sua terra.
Un successo travolgente e un prezzo da pagare: La carriera di D’Angelo è stata un connubio di successi travolgenti e discriminazioni. Da hit di successo come “Sotto il sole di Napoli” a ruoli cinematografici memorabili in film come “Trocadero” e “Pinocchio”, il cantautore ha vissuto sulla propria pelle cosa significa essere etichettato e marginalizzato.
“Sono stato un fenomeno di razzismo tra i più eclatanti”: Le sue parole risuonano con un misto di dolore e gratitudine per un percorso che lo ha visto spesso confinato ai teatri di periferia, nonostante vendesse milioni di dischi. “Mi hanno insultato, volevano distruggermi; il ragazzo col caschetto emblema del terrone si è preso il peggio e gli devo tutto. Ora lo ringrazio. Qualcuno negli anni è perfino venuto in camerino a scusarsi. Questo è il concerto della vita. Siamo in pochi alla mia età a riempire gli stadi”.
Fedele alle sue radici e alla sua lingua: Nonostante la frustrazione e l’incomprensione iniziali, Nino ha mantenuto la sua dignità e il suo amore per l’arte, elementi che hanno continuato a ispirare e influenzare il pubblico e i critici nel corso degli anni. Il culmine di questo viaggio si manifesta nei suoi concerti, come quello imminente allo stadio Maradona di Napoli, un simbolo della sua tenacia e del suo talento indiscusso.
Un’identità inconfondibile: D’Angelo è rimasto fedele alle sue radici e alla sua lingua, rifiutando anche inviti prestigiosi come quello di Ghali a Sanremo, poiché non avrebbe potuto esibirsi in napoletano: “Sotto l’aspetto politico e sociale sto con Ghali, ma io che sono stato uno dei primi non posso tornare al Festival e non cantare in dialetto”.
Un esempio di resilienza e autenticità: La storia di Nino D’Angelo è un inno alla resilienza e all’autenticità. Un artista che ha saputo trasformare le avversità in forza creativa, diventando un simbolo della cultura napoletana e un’ispirazione per le generazioni future.