La reazione del mondo del cinema alla morte di Robin Williams è infinita e continua, come se davvero non si potesse capacitare di una simile improvvisa mancanza. Uno degli ultimi a rendere pubblico il proprio stupore è Michael J. Fox, a cui il morbo degenerativo di Parkinson fu diagnosticato in forma giovanile a soli trent’anni. Fox passa da Twitter per condividere col mondo il suo pensiero.
Stunned to learn Robin had PD. Pretty sure his support for our Fdn predated his diagnosis. A true friend; I wish him peace.
— Michael J. Fox (@realmikefox) 14 Agosto 2014
«Sono sbalordito che Robin avesse il Parkinson. Sono quasi sicuro che il suo supporto alla nostra fondazione avesse predetto la diagnosi. Un vero amico; gli auguro la pace».
Michael J. Fox, reso noto dalla trilogia di Ritorno al Futuro, ormai un vero e proprio cult, sa bene che cosa significa lottare contro una malattia del genere. Gli fu diagnosticata nel 1991, sebbene solo nel 1998 lo rese pubblico, per poi doversi arrendere al quasi totale ritiro dalle scene del grande schermo. L’ultima sua apparizione cinematografica è infatti del 2002, in Interstate 60, passando poi al piccolo schermo con apparizioni in svariati episodi di Boston Legal, Scrubs, The Good Wife, sino all’anno scorso e all’inizio dello show dedicato The Michael J. Fox Show. Ma il non nascondere la propria malattia gli ha anche permesso di essere in prima fila per lottare a favore della ricerca con le cellule staminali e istituzione della Michael J. Fox Foundation, di cui appunto Robin Williams era sostenitore, oltre a essere un grande amico dell’attore.
Ma Williams, già in una fase depressiva, probabilmente non è stato in grado di reggere il colpo anche di una simile diagnosi.