Le star di Hollywood non sono certo indenni da brutte figure e dichiarazioni distanti dal vivere comune. L’ultima a dirne una di troppo, è stata Gwyneth Paltrow. L’attrice, probabilmente provata dalla situazione di separazione che sta vivendo in questo periodo, ne ha detta una di troppo durante una intervista a E! Online, parlando del rapporto tra il suo essere madre, e il suo essere attrice: «È diverso per voi che lavorate in ufficio. Perché è una routine, e avete tempo di fare tante cose la mattina e poi tornate a casa la sera», afferma Gwyneth Paltrow. E non contenta di essere sul filo del rasoio, aggiunge: «Se invece giri un film ti ordinano di andare in Wisconsin per due settimane e poi lavori 14 ore al giorno ed è tutto molto difficile». È qui che i lettori, e in particolar modo le lettrici, hanno scatenato la propria contestazione.
La scrittrice Mackenzie Dawson, collaboratrice del New York Post, ha scritto una lettera aperta in palese contestazione, condita di acidissimo sarcasmo nei confronti delle parole della Paltrow: «Come madre di un bimbo di due anni non potrei essere più d’accordo!», un inizio che è tutto un programma, considerando che, secondo quanto detto, Mackenzie vive in periferia residenziale di New York e lavora a Manhattan. «‘Grazie a Dio non faccio i milioni girando un film all’anno’, me lo dico tutte le mattine mentre aspetto su una pensilina al vento e al freddo di cominciare i miei 45 minuti da pendolare verso la città». La vita di molti, e comunque, di tutti i “comuni mortali”.
Non in pochi si sono trovati a spalleggiare questa invettiva di Mackenzie Dawson contro Gwyneth Paltrow. Una gaffe non da poco, considerando come lo status professionale e lavorativo delle donne che sono anche madri, è spesso un problema per il mantenimento del lavoro o per la possibilità di conciliare la casa e la famiglia con l’attività lavorativa. L’articolo, inoltre, ha suscitato abbastanza polemiche da aver spinto la rivista Vanity Fair a bloccare un servizio altrimenti pronto, proprio sulla Paltrow.
Speriamo che si tratti di uno shock di sensatezza dovuto allo sconvolgimento personale di questo periodo.