Jack Nicholson: “Ho paura di morire solo. Ecco il mio ultimo desiderio”

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Puoi essere uno dei più grandi artisti del ‘900, puoi essere uno dei più grandi intellettuali d’America, puoi essere un’icona, in breve, puoi essere Jack Nicholson ed avere le preoccupazioni di un normale ed attempato vecchio: “Non voglio morire da solo”.

Un’intervista rilasciata a Closer dal Premio Oscar quasi strappalacrime che mostra al mondo tutto il suo stile e la sua coerenza, anche in un momento difficile come questo: “Mi piacerebbe avere un’ultima storia d’amore ma sono sincero con me stesso e so che questo non accadrà mai. Sarebbe il mio ultimo desiderio”.

Un uomo coerente dal primo giorno della sua vita fino all’ultimo; una vita, soprattutto nella sfera privata, vissuta al massimo tra mogli, amanti e fidanzate, vissuta nella sua Los Angeles che lo vede costantemente allo Staples Center per gustarsi i suoi Lakers, anche se ultimamente neanche i Purple and Gold gli danno soddisfazioni; una vita che a 77 anni si avvia alla sua conclusione, ma Nicholson è chiaro, conciso e sincero: “Tutto quello che un uomo possa desiderare dalla vita, io l’ho avuto. L’unico rimpianto è negli affari di cuore, lì non ho avuto successo”.

Il Joker di Tim Burton ha avuto tante storie, è stato sposato con Sandra Knight negli anni ’60 e ci ha fatto una figlia; poi è passato a Winnie Hollman da cui ha avuto un’altra bambina prima del grande amore: Anjelica Huston.

Con l’attrice resa immortale dal ruolo di Morticia ne La Famiglia Addams c’è stato da subito “Un colpo di fulmine, ci siamo conosciuti ad una festa a casa mia a Los Angeles” e per 16 anni, dal ’73 al 1989 si sono presi e mollati, tra pianti, urla, tradimenti fino a qualche mese prima dell’uscita di Batman. In quei mesi la Huston scopre che Jack sta per avere una figlia da un’altra, è la goccia che fa traboccare il vaso. “Quando Anjelica mi ha lasciato sono stato annientato, è stato il periodo peggiore della mia vita” racconta Jack. “Sono stato infantile e ho fatto un grosso errore”.

Negli anni ’90 diventa uno scapolo impenitente, un single alla Barney Stinson per intenderci, ma oggi, alla soglia degli 80 anni, tutto è più difficile: “Io non credo nella monogamia, non credo che una relazione con una persona sia qualcosa di fisso, perché le persone, gli esseri umani, sono macchine complesse e spesso confuse. Il problema è che io ho una reputazione terribile, che mi sono creato in tutta la mia vita, ed ora le donne non mi credono più, non si fidano più di me”.

Jack Nicholson ha quindi paura di una sedia vuota ai piedi del letto quando sarà l’atroce momento. Jack Nicholson deve però ricordare una cosa: non sarà mai solo. Milioni di fan in tutto il mondo lo omaggiano ogni giorno. Milioni di fan in tutto il mondo lo piangeranno. Jack Nicholson non sarà mai un uomo qualunque, perché lui è Jack Nicholson per l’appunto, un uomo che per coerenza di tifo nega gli autografi allo Staples Center a coloro che si presentano con la maglia dei Clippers, ma fa accomodare di fianco a lui chi gli mostra rispetto e si presenta come una persona di valore morale, soprattutto se tifoso dei Lakers.

Jack Nicholson, non temere, non puoi morire da solo.

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