Gabriele Muccino: «Ringrazio Fiorello, da ragazzo balbettavo»

Gabriele Muccino trionfa come attore: premiato ai Nastri d’argento Grandi serie. Il rapporto con Fiorello e l'adolescenza.

Immagine Gabriele Muccino: «Ringrazio Fiorello, da ragazzo balbettavo»

Gabriele Muccino ha fatto un ingresso trionfale davanti alla cinepresa, ottenendo un riconoscimento significativo in un ruolo inedito: quello di attore che impersonifica se stesso. Il regista ha recitato in due serie televisive, “Call my agent” e “Vita da Carlo 2”, dimostrando una sorprendente versatilità e autoironia. La sua performance è stata talmente convincente da meritare il premio come protagonista dell’anno ai Nastri d’argento Grandi Serie, consegnati dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici (SNGCI) il 1 giugno a Palazzo Reale a Napoli. Muccino ha condiviso questo prestigioso riconoscimento con Sabrina Ferilli per “Gloria” e Alessandro Borghi e Adriano Giannini per “Supersex”.

Gabriele Muccino: Da Regista ad Attore Premiato ai Nastri d’Argento

Muccino ha sempre incarnato la figura del regista divertente, ambizioso e ironico. La sua capacità di prendersi in giro, unita a quella di saper scherzare su se stesso, emerge chiaramente nelle sue interviste. Uno degli episodi più emblematici riguarda il suo amico Fiorello, che ha spesso ironizzato sulla balbuzie di Muccino. Questo tratto distintivo è diventato un elemento ricorrente nelle caricature di Fiorello: «La prima volta Fiorello lo ha fatto al festival di Sanremo, io ero in giuria. E ormai lo ha messo in repertorio. Mi aiuta a sdoganare un complesso».

Muccino ha spiegato come la sua difficoltà espressiva sia stata una spinta propulsiva per il suo percorso cinematografico: «Da adolescente non riuscivo quasi a parlare da tanto balbettassi, facevo fatica a esprimermi. Dei vizi di fonetica sono rimasti, non li ho mai curati. Sto bene così. Questa mia difficoltà espressiva è stata una molla propulsiva per fare il cinema, per raccontarmi attraverso altri». Queste parole rivelano quanto Muccino abbia saputo trasformare una sfida personale in una fonte di ispirazione creativa, raggiungendo successi notevoli sia dietro che davanti alla macchina da presa.

Il premio ai Nastri d’argento Grandi Serie non solo celebra la sua bravura come attore, ma anche la sua capacità di reinventarsi, mantenendo sempre un tocco di umorismo e autoironia. La sua storia è un esempio di come le difficoltà possano diventare una forza motrice per il successo artistico e personale.

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Fonte: leggo
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