Donatella Rettore, presentando il suo nuovo lavoro, critica aspramente il sistema musicale italiano, denunciando la mancanza di meritocrazia e l’eccessiva importanza data ai numeri rispetto al talento. Nel mirino anche l’influenza dei social media.
Rettore Controcorrente: “In Italia la meritocrazia non esiste”
Donatella Rettore, icona della musica italiana, non le manda a dire. In occasione della presentazione del suo nuovo disco, l’artista ha espresso forti critiche nei confronti dell’attuale sistema musicale, mettendo in discussione il concetto stesso di meritocrazia nel panorama italiano. Secondo Rettore, il sistema odierno privilegia i numeri e le logiche di mercato, spesso a discapito del vero talento e delle competenze artistiche.
Il Caso Tancredi e la Denuncia di un Sistema Iniquo
Rettore ha portato ad esempio il caso di Tancredi, escluso dalle selezioni per Sanremo. L’artista ritiene che Tancredi avesse tutte le carte in regola per accedere direttamente alla categoria Big, senza dover necessariamente passare per la trafila delle Nuove Proposte. Questa esclusione, secondo Rettore, è la dimostrazione lampante di come la meritocrazia in Italia sia un’utopia: “Ha tutti i diritti di entrare nei big senza fare la solita trafila dei giovani, ma la verità è che la meritocrazia in Italia non esiste. Ti senti impotente davanti a questo sistema”.
Sanremo e l’Ombra dell’Incompetenza: “Ci Sono Nomi Che Non Conosco”
Le critiche di Rettore non si fermano al caso specifico di Tancredi, ma si estendono all’intero sistema che regola le selezioni per eventi importanti come il Festival di Sanremo. L’artista denuncia come, a suo parere, vengano spesso premiati artisti che non possiedono le reali competenze per meritare tale riconoscimento: “Un sistema che poi, magari, premia chi non ha nemmeno le competenze. Tra i big, ad esempio, ci sono dei nomi che io non so chi siano”.
L’Influenza Perniciosa dei Social Media: “Si Credono Tutti dei Divi”
Rettore punta il dito anche contro l’influenza dei social media, che a suo avviso contribuiscono a creare un’illusione di successo e popolarità, spesso slegata dal reale valore artistico. Secondo l’artista, i social alimentano un fenomeno di divismo superficiale, dove chiunque, grazie a una buona presenza online, si sente autorizzato a considerarsi una star: “Un po’ la colpa è dei social. E con i social si credono tutti dei divi”. In sintesi, Rettore offre una visione critica e disincantata del panorama musicale attuale, invitando a una riflessione sul reale valore del talento e delle competenze in un sistema che sembra privilegiare altre logiche.