Charlize Theron: L’invadenza della stampa è come uno stupro

Le parole della bella Charlize Theron sono più o meno come quelle del titolo. Secondo l’attrice, premio Oscar e Golden Globe per il film Monster del 2004, le intrusioni della stampa nella sua vita privata sono come uno stupro. Immediata la reazione della critica e del web. L’opinione dell’attrice è legata al fatto che non cerca mai il suo nome su Google. «Quando la cosa arriva a tuo figlio e alla tua vita privata…», dice, facendo quindi interpretare le sue parole come legate anche alla protezione della privacy propria e del figlio adottato, Jackson. Impossibile non supporre però che si tratti anche del desiderio di riservatezza a proposito della sua relazione con Sean Penn.

Per un legittimo desiderio di mantenere la propria vita privata lontana dalle luci della ribalta, c’è il rovescio della medaglia, rappresentato proprio da una affermazione sul filo del rasoio. Apprendiamo che Katie Russel, legata a una organizzazione d’Oltremanica per la tutela e il supporto alle donne vittime di stupro, reagisce molto male alla notizia. «Non è mai gradito l’uso della metafora dello stupro e della violenza sessuale al di fuori del contesto reale. E lo percepiamo doppiamente sgradevole se fatto da Charlize Theron, che ci è stata accanto, in passato, nella campagna contro la violenza sessuale».

Un autogol non da poco per Charlize Theron (che però, bisogna dire, non è certo l’unica attrice che commette qualche pesante gaffe), che sarà prossimamente in sala accanto a Seth MacFarlane per Un milione di modi per morire nel West.

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