Andrew Scott, protagonista nel film “All of Us Strangers” di Andrew Haigh, ha ottenuto grande riconoscimento con una nomination ai Golden Globe come miglior attore drammatico, puntando ad un’eventuale candidatura agli Oscar del 2024. Oltre al successo professionale, Scott è tornato a riflettere sulla sua esperienza personale, parlando apertamente della propria omosessualità e del percorso di accettazione che la recitazione ha contribuito ad alimentare.
Andrew Scott, la Recitazione e l’Accettazione di Sé: Una Storia di Libertà ed il successo di All of Us Strangers
“Essermi liberato dalla vergogna è stato il mio più grande risultato“, ha confessato Scott, il quale fece coming out nel 2013, sottolineando come il suo rapporto con se stesso sia stato influenzato dalle dinamiche quotidiane: “Anche un innocente commento può ferire. Una semplice domanda come: ‘Hai una moglie?’ può causare una sorta di omissione che, seppur piccola, genera un senso di bugia.“
La Recitazione come Chiave per la Libertà
Scott ha espresso gratitudine per il potere della recitazione nel suo percorso di accettazione, rivelando: “Da bambino, ho iniziato lezioni di dizione per migliorare la pronuncia, ma si è trasformato in un viaggio teatrale. Interpretare personaggi gay senza una dichiarazione personale era una realtà. Crescendo, mi sentivo più a mio agio, circondato da individui queer nel settore, un ambiente che ha contribuito a rendermi sempre più me stesso.”
Il Successo di All of Us Strangers
Il film, accolto con entusiasmo dalla critica, è previsto nelle sale italiane il 29 febbraio, dopo l’uscita americana il 22 dicembre. “All of Us Strangers” – con Paul Mescal, Jamie Bell e Claire Foy – si distingue come un’opera capace di trasmettere emozioni, offrendo un palcoscenico fiducioso e autentico per Scott e i suoi colleghi.
Questo percorso personale e professionale di Scott in “All of Us Strangers” non solo enfatizza il suo talento ma mette in luce l’importanza della recitazione come strumento di accettazione e libertà individuale.