Tempo instabile con probabili schiarite: incontro con regista, Luca Zingaretti e il cast

Si è svolta a Milano, presso la Terrazza Martini la conferenza stampa di Tempo instabile con probabili schiarite, la commedia del regista Marco Pontecorvo, che il 21 marzo ha aperto il Bif&st, Bari International Film Festival. Con lui, per presentare la pellicola alla stampa, erano presenti anche gli attori principali: Luca Zingaretti, Carolina Crescentini, Lillo Petrolo (del duo Lillo&Greg) e il giovane Andrea Arcangeli.

Ambientato in una tranquilla cittadina delle Marche, il film racconta di due amici sull’orlo della bancarotta che trovano inaspettatamente il petrolio nel cortile della loro cooperativa. Una miscela esplosiva che fa saltare tutte le regole: amicizie che si rompono, matrimoni in crisi, e tutto il paese in subbuglio.

Com’è nata l’idea di inserire una specie di anime giapponese in dialetto marchigiano all’interno del film?

Marco Pontecorvo: L’idea di inserire dell’animazione in stile giapponese è nata dal fatto che volevo raccontare un po’ anche i rapporti tra generazioni diverse, in particolare tra un padre e un figlio, e scandagliando il mondo dei giovani mi sono imbattuto in Romix e LuccaComics. E lì mi sono ritrovato nel mondo parallelo dei fumetti e degli anime giapponesi, che io conoscevo solo per Goldrake e i cartoni che si vedevano alla mia età. Poi questo mondo l’ho completamente dimenticato, anzi da padre spesso spegnevo la tv quando i miei figli la guardavano troppo. Ho quindi percepito questa distanza generazionale e mi sembrava giusto raccontare anche il rapporto e il conflitto tra questo padre e questo figlio. E invece di raccontarlo nella storia principale, dove comunque vi sono degli accenni, mi sembrava più carino e giusto raccontarlo attraverso lo sguardo del ragazzo dentro una storia sua. Quindi abbiamo realizzato quest’animazione, dal punto di vista di Tito (il figlio), ed è in dialetto perché è il suo mondo, lui parla e pensa in dialetto, perciò mi pareva bello unire l’austerità del mondo giapponese alla parlata marchigiana. L’animazione l’abbiamo ideata con Maurizio Forestieri, scegliendo attentamente ogni personaggio, per me è stato un percorso nuovo e divertente, dato che non ho mai fatto animazione. E, appunto, trovavo rispecchiasse di più il mondo dei nostri protagonisti, perciò li ho fatti parlare così.

Cosa ci può dire di questi due mondi che si fronteggiano, quello di Giacomo e quello di Ermanno, in cui ogni spettatore poi s’identifica a seconda del proprio carattere? Era una cosa voluta o è stato casuale? Ad esempio, il personaggio di Zingaretti, pur coi suoi difetti, è uno che si dà un gran da fare…

Marco Pontecorvo: Che dire, mi piaceva l’idea che ogni tanto si parteggiasse per uno e ogni tanto per l’altro. Dal principio quindi c’era questo gioco di ritrovarsi un poco nell’uno e nell’altro e loro anche a scambiarsi un pochettino i ruoli. È vero che un po’ si tende a parteggiare più per il personaggio di Zingaretti, perché è più accattivante, però ha anche dei lati ombrosi non molto belli.

C’è una morale in tutto questo scambio di sogni, realtà e denaro? C’è una sorta di vincitore in questo racconto?

Marco Pontecorvo: No, fare la morale è l’ultima cosa che m’interessa e su cui voglio puntare il dito, non mi voglio mettere su un piedistallo e dire cosa è giusto o meno. Il film prende anzi le distanze dalla voglia di indicare quali sono i problemi e quali le soluzioni o com’è l’Italia. È semplicemente una fotografia, una storia di amici, un racconto particolare se vogliamo, che tocca qualche cosa del quotidiano che viviamo. Ma assolutamente non c’è morale. Io ad esempio mi sento in alcune cose molto vicino al personaggio di Lillo, però poi sono anche portato ad apprezzare la dinamicità del personaggio di Zingaretti. In fondo è quasi come fossero un unico personaggio che ha due facce. Poi lo spettatore tira fuori quello che vuole dalla visione di questo film, è una riflessione su tutte queste cose che accadono, e poi ognuno ne trae una propria morale e sceglie da che parte stare.

Se trovaste il petrolio nel giardino di casa vostra, voi come vi comportereste?

Carolina Crescentini: Io me ne starei zitta! Perché in Italia se trovi il petrolio in giardino non è tuo, e anzi possono anche espropriarti la casa.

Lillo: Nel mio caso, be’ mi accorgerei di essere a casa di un altro, perché io non ho il giardino. (risate)

Andrea Arcangeli: Neanche io ho il giardino!

Luca Zingaretti: Penso che sia una cosa davvero molto improbabile in Italia. Questo è solo un escamotage di Marco per creare un evento da cui far partire una serie di vicende che danno il via al film. Credo sia più facile vincere al totocalcio che trovare il petrolio.

Nel film si percepiscono atmosfere western, è un caso o sono intenzionali?

Marco Pontecorvo: Il riferimento al western c’è ed è assolutamente voluto. Durante i sopraluoghi in provincia mi era sembrato di trovare un mondo diverso. Quindi il baseball di serie A di una piccola città, le sale gioco enormi e i bingo che mi ricordavano Las Vegas. E poi c’è un confronto tra due posizioni, quella di Luca Zingaretti e quella di Lillo. Quello era un po’ un duello western. E da qui ho pensato al cinemascope, alla musica un po’ country, e in tanti punti c’è proprio la maniera di girare in stile western.

Lillo: E poi di western nel film secondo me ci sono i personaggi. Il mio personaggio e quello di Luca sono sia positivi che negativi. Non siamo uno buono e uno cattivo. Come spesso accade negli spaghetti western, il pistolero eroico e buono ha sempre un passato discutibile. La nota positiva dei nostri personaggi è che hanno tutte e due le caratteristiche, sono sia buoni che cattivi. Cioè il mio personaggio non è che sia cattivo, però un po’ coglione lo è in certi momenti. Io trovo che questo sia molto interessante.

Luca Zingaretti: Penso che questo film sia molto ricco di materiale, ci sono tante cose ed è difficile da incasellare. Perché, tra le altre cose, questo è un film che ha il pregio con grande delicatezza, con grande lievità, di fotografare un momento preciso di questo paese. Noi stiamo trasmigrando verso altri lidi, anche dal punto di vista antropologico. Non sappiamo ancora chi siamo, ma avvertiamo come una sorta di stanchezza rispetto a quello che eravamo, ci stiamo riposizionando, stiamo un po’ facendo il punto. E questo film, secondo me, un po’ lo racconta, rappresenta la stanchezza di una generazione, quella di Giacomo, nel confrontarsi con un mondo che gli è mutato sotto il naso. E questa cosa esce anche nel linguaggio del racconto.

Come è nata l’idea di coinvolgere Turturro nel film?

Marco Pontecorvo: L’idea di coinvolgerlo c’era già all’origine della scrittura. Il suo personaggio è quello più irreale e sopra le righe. Lui porta con sé la parte surreale del film, che parte dai sogni con i fondali teatrali, e tanti altri elementi sparsi nel racconto, compresa la parte animata. E, conoscendolo molto bene, John mi sembrava la persona giusta per questo personaggio e questa storia. Perché sapevo avrebbe saputo portare l’autorevolezza e la surrealtà che serviva.

Carolina, a chi ti sei ispirata per il tuo personaggio? Nei panni di Tabellina ti sei sentita un po’ Bridget Jones?

Bridget Jones secondo me è più disinvolta di Tabellina. Per lei mi sono ispirata a tante persone che conosco, ma anche, vi sembrerà sciocco, ad un topolino di campagna, perché lei è piena di ansie. Però una cosa che mi ha aiutata molto sono stati i vestiti. Ad esempio, avevo delle scarpe che mi facevano camminare in modo un po’ goffo, poi gli occhiali che mi cadevano continuamente, quindi ci scarichi i tic e la tensione, lei è sempre in ansia quindi ci si nasconde, un po’ di gobbetta. Insomma, tutte quelle cose che piano piano mi hanno aiutata a tirar fuori il personaggio.

Abbiamo potuto vedere una certa armonia tra Zingaretti e Lillo. È nata una nuova coppia cinematografica?

Sì, ci siamo trovati molto bene. È dipeso molto anche dal rapporto umano che si è instaurato, siamo andati molto d’accordo. Noi ci conoscevamo già, ma non così bene, abbiamo avuto modo di conoscerci meglio e anche il fatto che andavamo a cena fuori la sera e ci siamo frequentati fuori dal set, ha aiutato a creare questo feeling. Credo.

Luca Zingaretti: Io sono molto felice del risultato che abbiamo ottenuto. Mi sembra che la coppia funzioni, ci si crede a questi due amici, che si vogliono bene e si capisce che la loro amicizia ha qualcosa di molto profondo. E questo è un gran risultato, perché non è poi così scontato che due attori che non si erano mai incontrati possano costruire una coppia credibile sullo schermo. Soprattutto sono contento di aver incontrato Lillo, perché lui dal punto di vista umano è una persona straordinaria. Io non sono uno molto facile, parto sempre in difesa e prima di aprirmi devo capire chi sei. Lui è talmente aperto che dopo un quarto d’ora eravamo abbracciati a brindare. Lui è come si vede, assolutamente aperto e questa, forse perché non mi appartiene, è una qualità che mi affascina e mi conquista.

Lillo: Lui dice così, ma ha compiuto un’azione che lo ha reso il Re del set. Un giorno parlando gli dissi: guarda tu mi vedi così, ma io in realtà sono goloso, lo so che non sembra perché ho il metabolismo fortunato. (risate)

E allora lui mi ha chiesto: qual è il tuo dolce preferito? E io ho risposto: I cannoli siciliani.

E lui il giorno dopo ci ha fatto trovare i cannoli siciliani fatti arrivare direttamente dalla sua pasticceria siciliana preferita. E lì, ha conquistato tutti.

Il progetto cinematografico, prodotto da Panorama Films con Rai Cinema e distribuito da Good Films, sarà in sala dal 2 Aprile.

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