Il ragazzo invisibile: L’incontro con Gabriele Salvatores al Lucca Comics

Sicuramente, uno degli eventi che più abbiamo apprezzato di questo Lucca Comics & Games 2014 è stato l’incontro con il regista Gabriele Salvatores, che dopo il mirabile esperimento di Italy in a Day (trapiantato dagli States) giunge nella cittadina toscana per presentare il suo nuovo lavoro, altrettanto unico.

Salvatores tornerà infatti nei nostri cinema con Il ragazzo invisibile, quello che potremo definire il primo vero film su un supereroe italiano.

Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo sono gli autori dello script utilizzato per il progetto, nato da un’idea di Nicola Giuliano, che risulta molto più ampio di quanto potreste pensare. Il ragazzo invisibile, infatti, non si limiterà ad approdare nelle sale, bensì darà vita a un universo crossmediale che comprenderà un romanzo e una graphic novel, e si parla già di un seguito cinematografico.

La storia del film, in breve, è la seguente:

Capita a tutti di sentirsi invisibili a tredici anni, magari agli occhi dei propri amici, dei propri genitori o della ragazzina di cui si è innamorati. Ma per Michele lo è per davvero. Vive in una tranquilla città sul mare, non molto popolare tra i suoi compagni di classe e scarse attitudini nello sport, innamorato della sua compagna di scuola Stella. Michele scoprirà, un giorno come un altro, di non riflettersi più nello specchio e la sua vita si trasformerà in un’incredibile avventura.

Gabriele Salvatores è stato accolto da un fragoroso applauso e ci ha accompagnato, solare e appassionato sin da subito, in questo viaggio alla scoperta della sua ultima fatica. Intervallata dall’esibizione di alcuni musicisti che hanno proposto i brani presenti nel film, la presentazione ci ha inoltre permesso di dare un’occhiata in anteprima ad alcune sequenze del titolo. Ma andiamo con ordine. Salvatores infatti scalpita e non vede l’ora di parlare col pubblico de Il ragazzo invisibile.

Svolgendosi l’intervista in quel di Lucca Comics ed essendo il film incentrato sui supereroi, che dei fumetti sono protagonisti indiscussi, era inevitabile chiedere al regista quali fossero i suoi fumetti preferiti, essendone oltretutto un avido lettore. “Dipende tutto dall’età.” afferma Salvatores. “Sicuramente uno degli antesignani, di cui la maggior parte nemmeno si ricorderà più: Flash Gordon. Anche Corto Maltese di Hugo Pratt, che reputo un maestro e al quale ancora oggi continuo a rubare qualcosina. E altri francesi come Enki Bilal e Moebius. Il fumetto, così come la graphic novel, è strettamente legato al cinema.”

Nonostante si parli di supereroi, ne Il ragazzo invisibile i soggetti con particolari capacità vengono definiti Speciali. Senza rilevare troppo, Salvatores spiega che “come nella tradizione classica dei supereroi, queste persone hanno una mutazione genetica causata dall’esterno che gli permette di avere un potere. Niente di nuovo da questo punto di vista, se non che il potere che abbiamo scelto è molto particolare, quello dell’invisibilità. Il nostro supereroe non vola, non spacca i muri, non diventa una torcia umana, ma può solo scomparire.”

A questo punto il regista fa alzare dal proprio posto Ludovico Girardello, protagonista del film, nascosto tra le prime file, per salutare il pubblico. Superata la sua timidezza, il giovane attore è stato scelto tra più di 500 ragazzi. Avendo dalla sua solo qualche esperienza teatrale, questo è stato il primo film per Ludovico e secondo Salvatores “quando si lavora con ragazzi che cominciano non puoi chiedergli di diventare qualcosa di diverso, ma bisogna individuare in loro quelle caratteristiche che sono del personaggio stesso.”

L’idea alla base del film, sviluppata poi dagli sceneggiatori, è arrivata direttamente da Indigo Film e dal co-fondatore Nicola Giuliano, produttore dei film di Paolo Sorrentino a partire dal suo esordio cinematografico L’uomo in più. Per Salvatores questo film mette positivamente “il dito in una piaga del cinema italiano: perché in Italia non si fanno film fantasy e soprattutto film per ragazzi?” Il regista precisa comunque che la pellicola non è pensata solo per i ragazzi, ma anzi spera che unisca genitori e figli nel piacere di vederlo assieme. A questo punto, preso dall’entusiasmo, Salvatores si lascia scappare che in cantiere vi è già un sequel. Una notizia che forse ancora non si poteva dare, ma il regista risponde con un bel “Ma chi se ne frega! Alla fine siamo contenti e va bene così!”

Essendo di fatto una novità per il nostro Paese, come si è approcciato il regista a quello che è a tutti gli effetti un genere a sé? “Giustamente viene definito genere quello dei supereroi, che è ormai come il giallo, il western o il noir. Non è nato da noi, ma se vogliamo tornare indietro nel tempo, l’Odissea è per me il primo romanzo fantasy della storia e se andate a vedere nella mitologia romana o greca… beh, di supereroi ce ne son tanti. Come al solito, gli americani sono molto bravi nel prendere delle cose e renderle molto fruibili. Come per il vino, noi lo facciamo meglio, ma loro ne vendono tanto del loro. Proprio come per il vino, bisognerebbe levare quel legno che rende tutto uguale nel vino e cercare di tirar fuori le differenze. Nel nostro caso, abbiamo provato a raccontare una storia dei supereroi ma da italiani, da europei. E non è un caso che il nostro superpotere è proprio quello più intimo, dell’invisibilità. Penso sia un potere dell’anima più che del corpo. Penso che tutti almeno una volta abbiamo desiderato di essere invisibili o avuto paura di esserlo. Io, ad esempio, da ragazzo pensavo di essere invisibile, perché non mi cagava nessuno.”

E nella migliore tradizione Marvel, Il ragazzo invisibile prende spunto dal mantra “supereroi con superproblemi” che ha portato i protagonisti dei fumetti a una dimensione più umana. La storia del film è infatti quella di un adolescente con tutte le difficoltà proprie di quell’età: amori non ricambiati, bulli a scuola e la sensazione di non avere un ruolo nel mondo. “Ho scoperto recentemente” ha rivelato il regista “che la parola ‘adolescente’ viene dal latino ‘olescum’ ovvero ‘odore’ e quindi ‘ad olescum’ risulta essere ‘riconoscere il proprio odore’ e l’invisibilità è proprio così. A volte non sai che ruolo hai nella vita, non sai bene dove collocarti e forse sai che stai vivendo questo ma la tua missione è un’altra.”

Piccola digressione merita la colonna sonora. Le musiche originali sono opera di Federico De’ Robertis ed Ezio Bosso (quest’ultimo compositore per Salvatores già in Io non ho paura). Le registrazioni sono poi state realizzate da due colossi della musica internazionale ovvero l’Orchestra nazionale ungherese a Budapest e la London Symphony Orchestra a Londra. Interessante anche il concorso per tre brani originali da inserire nel film e indirizzati a giovani musicisti senza etichetta. Per un totale di 414 concorrenti, alla fine i brani selezionati sono Halloween Party di Luca Benedetto, Wrong Skin di Marialuna Cipolla e In a Little Starving Place dei Carillon, tutti eseguiti dal vivo dai propri autori durante l’incontro a cui abbiamo assistito.

Come abbiamo anticipato, abbiamo anche assistito ad alcune scene in esclusiva, dandoci un’idea della direzione intrapresa da regista, autori e produttori per il film. Ovviamente, ci sono anticipazioni di diverso spessore per ogni clip, perciò da qui in avanti vi avvertiremo ogni qual volta ci sarà in vista un’anticipazione che potreste voler evitare.

Le clip mostrateci sono state incentrate su punti chiave della pellicola. Nella prima sequenza assistiamo alla scoperta del proprio potere da parte di Michele, interpretato da Ludovico Girardello. Non molto viene rivelato, dunque potete anche addentrarvi nella lettura senza incappare in pesanti spoiler. La scena si apre al mattino, quando il protagonista si sveglia e si prepara per andare a scuola. La presentazione del potere avviene in maniera piuttosto canonica, ma non per questo mal gestita. Alzatosi dal letto, il primo a capire che c’è qualcosa che non va è il cane di casa, che nonostante non veda il ragazzo riesce comunque a percepirne la presenza. Lo shock per Michele arriva quando si reca in bagno e, dopo essersi fatto una rapida doccia, si specchia. È qui che si accorge della propria invisibilità. Salvatores decide di non rendere totalmente invisibile Michele al pubblico: il ragazzo non appare in scena quando il punto di vista è di un personaggio esterno, ma quando il regista si concentra sul protagonista, con inquadrature più intime, lo spettatore è in grado di vedere Michele, le sue espressioni e variazioni emotive. La scena prosegue con l’ingresso in camera della mamma (Valeria Golino) e con il giovane che tenta, riuscendoci con qualche difficoltà, a non farsi trovare. Nel complesso, la sequenza è piacevole e ci permette anche di gustare i primi effetti speciali: l’invisibilità è ben resa e l’interazione di Michele con l’ambiente circostante lo è altrettanto.

Nella seconda clip conosciamo meglio il mondo degli Speciali e il passato di Michele. Qui ci sono anticipazioni molto più pericolose e vi consigliamo di evitare la lettura se preferite conoscere questi snodi direttamente durante la visione del titolo. Con un flashback facciamo la conoscenza di Ylena (Ksenija Rappoport) e Andreij (Christo Jivkov), due Speciali rinchiusi in una base militare in cui vengono raccolti tutti coloro dotati di poteri, adulti e bambini, per studiarli. La sequenza è narrata dallo stesso Andreij, capace di leggere nella mente altrui, che racconta le terribili condizioni in cui vivono gli Speciali, continuamente sottoposti a esperimenti e maltrattati dalle guardie. Ylena e Andreij riescono però a trovare un po’ di luce grazie all’amore che sboccia tra loro e dal quale nasce un bambino: Michele. Figlio di due Speciali, il rischio che venga sottratto ai genitori è praticamente una certezza e per evitargli un tremendo futuro, Ylena e Andreij tentano la fuga. Nella scena successiva, la madre affida Michele a Andreij, che porta in salvo il piccolo mentre Ylena rimane indietro a trattenere le guardie lanciatesi al loro inseguimento. Sola contro un gruppo di soldati, la donna mette in mostra il proprio “costume”, molto simile a quello che indosserà Michele successivamente nel film. Scopriamo anche che il suo potere è proprio l’invisibilità che erediterà il figlio e grazie a questa riesce a mettere in difficoltà i soldati, almeno finché un’inconsapevole farfalla le se poserà sopra, rendendo nota la sua posizione a una guardia particolarmente attenta, a cui non resterà che mirare e sparare.
Anche in questo caso, la sequenza è accattivante. La parte ambientata all’interno della struttura detentiva è opprimente, complice una fotografia algida e asciutta, ed è interessante anche qui assistere a una buona rappresentazione di altri poteri (elasticità, telecinesi e levitazione, per dirne alcuni). Durante la fuga, il regista riesce a calibrare bene tensione e drammaticità; forse a suscitare alcuni è il momento in cui Ylena toglie la giacca e mostra al pubblico la sua “super-tuta”, che ha un sapore troppo americano che stride con il resto. Se infatti il resto della scena è molto interessante, a volte viene da pensare che l’influenza delle produzioni oltreoceano sia stata inevitabile, ma amalgamata non proprio eccelsamente; quando si avverte che si stiano scimmiottando gli americani, è lì che l’intrigante idea di base mostra le sue debolezze nella messa in atto.

Alcuni estratti dalla scena appena descritta, ovviamente contenenti relativi spoiler. Cliccate sulle singole immagini per la versione in grande.

Ultima clip intensa quella che mostra il lato più oscuro di Michele. Senza conoscere ulteriori retroscena della storia, è difficile inquadrare narrativamente questa sequenza, che svela comunque alcuni dettagli segreti sui poteri di Michele, dunque non possiamo garantirvi la totale assenza di spoiler. Chiuso in un sottomarino con altri ragazzi, il giovane protagonista è alle prese con un losco figuro che tenta di convincerlo come il suo posto sia con loro, in quanto diverso. Michele, tuttavia, non è dello stesso parere e sprigiona tutti i propri poteri: oltre all’invisibilità, il ragazzo sembra essere dotato anche di capacità telecinetiche, grazie alle quali disarma una guardia e sfregia un’altra facendo saltare una valvola di pressione, che si conficca (in modo anche inaspettatamente cruento) nel volto del tizio armato. Sul molo ci sono Andreij, la madre di Michele e alcuni suoi amici, alla ricerca del protagonista e che scampano a un’improvvisa esplosione saltando via appena in tempo. Ora, sono due gli elementi che risaltano negativamente: il primo è la scena dell’esplosione, non tanto per gli effetti poco pregevoli quanto per la messa in scena, con gli interpreti che saltano verso lo spettatore e l’edificio che esplode alle loro spalle, nella peggiore delle tradizioni; seconda cosa, l’interpretazione di Ludovico nel sottomarino. In questa sequenza, le capacità acerbe del giovane attore si palesano, ma credo che la colpa qui sia soprattutto di regista e sceneggiatori, che costruiscono una scena confusa, nella quale vediamo il protagonista lanciare urla di rabbia a caso prima di eliminare i vari nemici. Sicuramente, delle tre sequenza descritte questa è quella che convince meno, ma non al punto da pregiudicare la valutazione del film, in cui speriamo abbia la meglio il voler esprimere qualcosa di diverso dai soliti canoni del cinema italiano.

ESTRATTI DALL’ULTIMA CLIP:

Ci congediamo dunque pensando che il voler creare un franchise italiano su un supereroe sia senza dubbio intrigante, indipendentemente dalle questioni commerciali che si celano dietro il prodotto, ma i dubbi a riguardo sono tanti. I punti deboli del film ci sono e si vedono e tra tutti spicca il voler fare un titolo supereroistico di stile italiano senza però liberarsi dello spettro che è lo stampo americano, che a volte viene imitato maldestramente e cozza con gli intenti e la qualità sperata per la pellicola. Una ricerca più intima nei confronti del protagonista e uno sguardo non necessariamente rivolto solo al pubblico più giovane sono però indubbi punti a favore di questa produzione che, nella sua veste completa, potrebbe riservare alcune sorprese.

Il ragazzo invisibile (QUI il teaser trailer), diretto da Gabriele Salvatores, prodotto da Indigo Film per Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution, arriverà al cinema il 18 dicembre e tra gli interpreti figurano Ludovico Girardello nel ruolo del giovane protagonista, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappoport e Noa Zatta.

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