Non si smette mai di lottare. Da quando si emette il primo vagito e con fatica si comincia a respirare, fino a quando si chiudono gli occhi sul mondo per l’ultima volta.
Lo sa bene Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence). Lei che ha lottato e nonostante tutto ha vinto.
L’agognata vittoria, però, è stata conseguita a caro prezzo perché, sebbene sia riuscita a scappare lontano dai giochi crudeli di Capitol City e a sfuggire dalle grinfie del Presidente Snow (Donald Sutherland), ha perso il suo riferimento, l’amico invisibile ma sempre presente, il suo silente angelo custode: Peeta Mellark (Josh Hutcherson). Peeta è stato catturato, insieme alla tormentata Johanna Mason (Jena Malone), e questo Katniss non lo può tollerare.
Come non può tollerare l’atmosfera che si respira nel Distretto 13, la sospirata terra promessa che si è rivelata una grigia città sotterranea, abitata da persone grigie ma, soprattutto, governata da una donna fredda e calcolatrice che vuole usare il mito della Ghiandaia Imitatrice a fini propagandistici.
Combattuta tra il desiderio di ribellarsi e fare di testa sua, i sentimenti che prova per Gale (Liam Hemsworth) e la necessità di fare ciò che le viene chiesto, Katniss non può più negare a se stessa di essere diventata il simbolo della rivolta. Il fuoco sta divampando e Panem ha cominciato a bruciare mentre la gente muore.
La ribellione si estenderà di Distretto in Distretto anche grazie a lei, eroina involontaria, guidata da un’egoistico e puerile senso della giustizia che viene interpretato come altruismo disinteressato.
Riuscirà Katniss a districarsi dalle ragnatele che l’avvincono e ad arrivare fino a Capitol City, nella tana del lupo Snow, per liberare Peeta dalla prigionia e se stessa dai sensi di colpa?
“Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1” uscirà nelle sale italiane il 20 Novembre prossimo venturo e solo allora potremo assistere all’ennesima lotta della Ghiandaia contro il potere costituito che governa Panem. Prima, però, la vedremo affrontare la sua nuova non-vita nel Distretto 13.
Proprio questo è il tema dominante dei nuovi character posters rilasciati dalla Lionsgate negli ultimi giorni.
Come si vive nel Distretto 13? A giudicare dai volti dei protagonisti, la terra della ritrovata libertà si è rivelata brulla e inospitale.
Forse l’unica che si sente a suo agio in quel mondo privo di colore, rigidamente regolato da leggi ferree, è proprio colei che lo governa, Alma Coin, interpretata da Julianne Moore. La figura rigida della donna si erge davanti al simbolo della Ghiandaia e guarda lontano, pensando ai suoi scopi che poco hanno a che vedere con gli ideali della rivolta.
La carrellata di personaggi prosegue con Finnick Odair (Sam Claflin), anche lui, come Katniss, tormentato dai suoi demoni personali e sfruttato dal Distretto 13; Plutarch Heavensbee, interpretato dal compianto Philip Seymour Hoffman, che ha cambiato schieramento e mette a disposizione di Alma Coin i suoi molteplici talenti ed Effie Trinket (Elizabeth Banks), privata dei suoi vestiti stravaganti, dei suoi colori, dei suoi molteplici orpelli, reliquia vivente di uno stile di vita destinato all’oblio.
Concludiamo questa visita nel mondo del Distretto 13 con Haymitch Abernati (Woody Harrelson), mentore affranto ma non sconfitto, perso nel suo incubo alcolico ma sempre presente nel momento del bisogno, e Beetee Latier (Jeffrey Wright), la cui mente geniale lo porterà ad inventare armi sofisticate e letali, che segneranno l’esito della rivolta.
Questi posters non saranno interessanti, d’impatto o colorati come quelli usciti fino ad adesso ma il loro intento non è quello di trasmettere emozioni forti, quanto piuttosto di far comprendere la condizione psicologica nella quale versano i personaggi che abbiamo imparato a conoscere.
Il fuoco della rivolta non divamperà solo nei Distretti di Panem ma arderà impetuoso nelle menti e nei corpi dei protagonisti di questo ultimo scontro fatale, nascosto sotto vesti cineree che non saranno in grado di incatenarlo ne estinguerlo.
Mai.