Escobar: Paradise Lost – Conferenza stampa con Benicio Del Toro e Josh Hutcherson

Presentato ieri in concorso al Festival di Roma 2014, Escobar: Paradise Lost è l’opera prima del regista italiano Andrea Di Stefano, che ha deciso di raccontare la figura controversa di Pablo Escobar in un film di produzione franco-spagnola ma dalle grandi star internazionali, tra cui Benicio Del Toro e Josh Hutcherson.

Alla conferenza stampa, tenutasi dopo la proiezione, erano presenti il regista e i protagonisti, tra cui figura anche la giovane Claudia Traisac nel ruolo di Maria.

Amati dal pubblico e forti di ottime interpretazioni all’interno del titolo, gli attori sono stati accolti con molti applausi, Del Toro su tutti.

Il primo a parlare, tuttavia, è Josh, che non può sottrarsi all’immancabile domanda riguardante Hunger Games, in cui interpreta Peeta.

Peeta e Nick (protagonista di Escobar nda) sono molto simili, perché lottano entrambi per le persone che amano. Anche tu sei così nella vita?

“Beh, mi piace pensare di sì. Esistono molte storie in cui gli eroi lottano per amore. In realtà, penso che Peeta e Nick siano molto diversi, ma entrambi lottano per l’amore e per ciò in cui credono.”

Pablo Escobar è senz’altro una figura dalla doppia valenza: amato da molti per aver aiutato i poveri della Colombia ma causa delle gravi ferite che il Paese ancora reca. Come è arrivata a Di Stefano l’intuizione di realizzarne un film?

“Mi interessava molto il fatto che Escobar non seguisse una delle regole base del crimine: non uccidere chi ti è caro o vicino.” afferma il regista. “Ormai Escobar è diventato qualcosa di mitologico e volevo fare un film su di lui e su un’anima pura che, dopo averlo conosciuto, intraprende una vera e propria discesa negli Inferi.”

Escobar è morto negli anni ’90 e la nuova generazione potrebbe non conoscere molto questa figura. Josh Hutcherson, ad esempio, quanto sapeva di questo personaggio?

“Non ne sapevo granché. Sapevo che era il capo della droga, una sorta di Robin Hood che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Poi però, girando il film, ho capito le cose terribili che faceva, ho scoperto il suo aspetto mostruoso e il modo in cui conquistava la fiducia della gente per usarla a proprio vantaggio.”

Per il ruolo del narcotrafficante è stato scelto un gigante come Benicio Del Toro, abituato a interpretare personaggi così seri e pericolosi. C’è la possibilità di vederlo magari in una commedia?

“Certo, ne farei una volentieri!” risponde entusiasta l’attore. “Mi piace ridere. Credo che in questo film ci siano anche momenti in cui viene fuori la parte più comica del mio personaggio. In realtà sono i film che mi vengono a cercare e forse, se interpreto spesso ruoli cattivi è perché in fondo sono un cattivone.” conclude facendo ridere l’intera sala.

Del Toro ha anche diretto Hutcherson in 7 Days in Havana. Come è stato collaborare non solo come attori, ma anche come regista e interprete?

“Io in realtà non dirigo, lascio fare agli attori quello che vogliono e poi al massimo taglio in sala di montaggio” continua a scherzare Del Toro.
Hutcherson effettivamente rivela che “mi ha dato spesso consigli, ma mi ha lasciato tantissima libertà, anche perché il personaggio mi assomigliava. Direi che abbiamo lavorato bene in coppia.”
“Quando lavori con gli attori” riprende Del Toro, “la cosa più importante è cercare la verità. Josh ha questa capacità, difficile da spiegare… Riesce a creare questo aspetto di verità sullo schermo.”

Nel film si parla spesso spagnolo e se Claudia e Benicio non hanno sicuramente avuto problemi, come se la sarà cavata il buon Josh?

“Sono americano e parlo inglese, tutto qua. È stato difficile imparare lo spagnolo e mi sono più che altro limitato a memorizzare le mie battute. Il cast internazionale e gli attori spagnoli del film, comunque, mi hanno aiutato molto.”

Claudia, invece, interpreta la nipote di Escobar. Inizialmente vede lo zio come un eroe e solo successivamente ne scopre il lato più oscuro. “Ho dovuto rendere questo conflitto all’interno di Maria.” dichiara l’attrice. “Per il mio personaggio, all’inizio, è un uomo fantastico ma poi scopre anche l’uomo terribile che è. Era l’idolo di Maria e lo vede sgretolarsi. Alla fine capisce che per poter vivere libera con Nick deve fuggire.”

Del Toro ha interpretato un altro personaggio dal forte impatto storico: Che Guevara. Qual è la differenza tra quest’ultimo ed Escobar? E quando si tratta di personaggi reali, che ruolo ha la documentazione per l’attore?

“Per me la ricerca è sicuramente importante. Mi sono documentato a fondo per questo film. Credo che la differenza tra il Che che ho interpretato e il personaggio di questo film sia che Escobar viene visto attraverso gli occhi di Nick. Con il regista abbiamo spesso parlato di trasmettere la verità su Escobar; abbiamo cercato di capire cosa ha fatto per Nick e per la gente, ma anche come ha rovinato la vita di molti. È una sorta di microcosmo a se stante. Sicuramente conosco molte più cose su Escobar di quante ne sapessi prima, così come per Che Guevara.”

Anche Di Stefano si è documentato a lungo prima di lavorare sul personaggio. “Ho fatto ricerche su Escobar per 18 mesi. Ho letto tutte le biografia e sono andato in Colombia. Non voglio vantarmi, mi sono documentato come fa ogni regista.” dichiara il regista.

E per i progetti futuri? In realtà, tra cast e regista, nessuno è certo dei prossimi lavori. L’unico a sbilanciarsi è Josh:

“Sto leggendo tante sceneggiature e cerco anche storie interessanti da produrre. Leggo molti articoli di giornale e ho molta pazienza. In pratica, non ho ricevuto ancora progetti interessanti.”
“Ecco la verità sugli attori, non sappiamo niente del nostro futuro!” sintetizza ridendo Del Toro, che però non può sottrarsi alla domanda che aleggiava nell’aria.

Sappiamo che la Marvel non fa mai firmare un contratto per un singolo film. Puoi parlarci dei tuoi prossimi impegni con gli studios (Del Toro ha interpretato Il Collezionista in Thor: The Dark World e in Guardiani della Galassia nda)?
Abbiamo l’impressione che Del Toro si aspettasse quella domanda, battendo con un sorriso il pugno sul tavolo come a volerla saltare. L’attore infatti rivela che “il contratto con la Marvel è privato. Spero però che mi richiamino per fare lo stesso personaggio. Quando ne interpreto uno, ho la sensazione di non entrarci mai veramente dentro de non all’ultima ripresa. Incrociamo le dita.”

Alla sua opera prima, Di Stefano è riuscito a radunare un cast gigantesco per un film enorme. Se dovesse dare un consiglio ai nuovi registi italiani, quale sarebbe?

“Realizzando questo film ho scoperto che tutti i consigli che avevo ricevuto si sono dimostrati piuttosto inutili. Se dovessi consigliare qualcuno, sicuramente gli direi si essere testardo. Saper difendere le proprie idee è per me la qualità più importante per un regista.”

Dopotutto tra la scrittura del film (sempre per mano di Di Stefano) e la sua produzione sono passati 5 anni. Il regista non ha mai pensato di rivolgersi a dei produttori italiani?

“Voglio precisare una cosa. In Italia ci sono dei grandi produttori…” inizia il regista, che si interrompe poi un attimo, probabilmente nel tentativo di essere il più diplomatico possibile. “Il problema consiste nel fare film dal budget così alto nel sistema italiano. Per questo non ho pensato sin dall’inizio a rivolgermi a loro.”

In una sequenza del film, Benicio Del Toro canta Come ti amo, scritta da Domenico Modugno. “Ho provato a inserire un po’ d’Italia ogni volta che ho potuto.” afferma il regista. Ma a quando il primo CD di Benicio?

“Io al massimo posso cantare sotto la doccia e a volte neanche quello. Ho dovuto lavorare sodo per cantare quel pezzo e ovviamente è stata un’idea di Andrea. Escobar in effetti cantava molto, ma io non so cantare. Però mi piace la musica.” Volete sapere che genere? L’attore è un grande fan di Elvis Presley, degli Who e dei Beatles.
“Potremmo fare il disco ‘Escobar canta le canzoni italiane’ e inserire Dalla, Renato Zero…” propone Di Stefano. Ma Del Toro lo interrompe dichiarando in italiano: “Io non sono Lucio Battisti.”

Per chiudere questa conferenza, come si potrebbe definire Pablo Escobar in poche parole? Secondo Benicio Del Toro:

“È una contraddizione in sé. È stato uno spreco di talento. Abbiamo fatto il film per intrattenere, si tratta anche di fiction, ma Pablo ha provocato grande sofferenza alla Colombia, che si sta rimettendo in piedi solo adesso. Bisogna però anche dire che lì molti lo idolatrano e non puoi giudicarli, perché ha anche aiutato il Paese, costruendo ospedali, ad esempio. È una triste storia ed eravamo consapevoli di un personaggio che ha preso una strada sbagliata.”

Fra gli applausi generali, si conclude la conferenza, che ha permesso di comprendere meglio le dinamiche del film, regalandoci anche qualche risata.

Escobar: Paradise Lost è in concorso al Festival di Roma 2014. Diretto e sceneggiato da Andrea Di Stefano, il cast vede la presenza di Benicio Del Toro, Josh Hutcherson, Claudia Traisac, Brady Corbet, Carlos Bardem e Ana Girardot. Di produzione franco-spagnola, il film non ha ancora una distribuzione italiana.

A breve, la nostra recensione del film!

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