Dragon Trainer 2 – Un tuffo nel sequel con il regista

Il regista Dean DeBlois parla di Dragon Trainer 2

“Dragon Trainer 2” è forse uno dei film, d’animazione e non, più attesi dell’anno, ma tutta un’estate ci divide ancora dal suo rilascio, previsto per il 16 agosto. La premiere americana ha avuto luogo due giorni fa e il film è stato anche presentato al Festival di Cannes di quest’anno, ricevendo una vera e propria ovazione da parte della critica.

La pellicola si svolge cinque anni dopo la conclusione del primo capitolo e ci riporta sull’isola di Berk, dove draghi e vichinghi hanno imparato a convivere pacificamente dopo decenni di distruzione reciproca. Una nuova minaccia, tuttavia, fa la sua comparsa, minacciando il loro nuovo stile di vita; Hiccup e Sdentato partono così al’avventura, affrontando sfide più grandi e impegnative che rischiano di avere conseguenze ancora maggiori.

Collider ha avuto l’opportunità di visitare gli studi della DreamWorks Animation a Glendale, in California, e oltre ad aver visionato il film in anteprima, hanno potuto partecipare a una chiacchierata con il regista Dean DeBlois, che ha illustrato diversi retroscena della creazione del lungometraggio animato. Di seguito vi riportiamo alcune delle dichiarazioni più interessanti rilasciate durante questo tour, dichiarazioni che, in alcuni casi, presentano dei piccoli spoiler, che provvederemo però a marcare in rosso, in caso non voleste conoscere troppi dettagli sulla nuova fatica DreamWorks.

  • “Dragon Trainer 2” è il primo film creato utilizzando un nuovo software d’animazione chiamato Apollo. Apollo è stato realizzato combinando tutte le migliori qualità delle diverse tecniche d’animazione: l’immediatezza dell’animazione attraverso il disegno a mano, la concretezza della stop-motion e le infinite possibilità di modifica offerte dall’animazione al computer. Il software porta nuovamente la penna in mano all’artista, conferendogli il potere di controllare e manipolare l’immagine di fronta a sè in modo immediato. È una forma di animazione molto più intuitiva. Per “Dragon Trainer 2”, il software Apollo ha permesso di inserire delicatezza, dettagli e sfumature eccezionali alle performance. In particolar modo, ne guadagnano le scene più emotive e toccanti come la sequenza in cui Stoick si riunisce con la moglie Valka, da tempo perduta.
  • Grandi risultati sono stati raggiunti anche nelle scene densamente popolate e nelle sequenze contenenti azioni complesse, come l’attacco sul Monte Drago, rivelata nei trailer. Grazie ad Apollo, sono stati in grado di creare migliaia di uomini, draghi e macchine, aumentando la portata e la scala dell’azione.
  • Il sequel ha ricevuto l’approvazione un mese dopo il rilascio del primo film. Per concludere la pellicola ci sono voluti quattro anni pieni di lavoro, iniziati quasi immediatamente dopo la premiere del primo capitolo e terminando il sequel solamente alcune settimane fa.
  • DeBlois ha insistito con i produttori affinché non venisse realizzato un sequel senza scopo, avendo avuto sempre in mente una trilogia, in cui il primo film servirebbe da primo atto, il sequel da secondo atto e la terza pellicola da conclusione della storia. Questa trilogia seguirà l’intero arco di vita di Hiccup , avendo iniziato la sua storia nell’età giovanile e terminando con lui nelle vesti di saggio capo dei vichinghi.
  • “Dragon Trainer 2” è stato scritto per maturare con i personaggi. Hiccup intraprende un viaggio molto differente rispetto al primo film. In “Dragon Trainer”, il desiderio più grande di Hiccup era guadagnare l’approvazione paterna, essere accettato dai suoi pari e conquistare la ragazza. DeBlois dichiara: “È riuscito a ottenere tutte e tre le cose, più un drago fantastico. Quale sarebbe il problema?” C’era bisogno di una ragione che motivasse il sequel. Incontrando un Hiccup ventenne, lo si trova in una fase differente della vita, al confine tra gioventù ed età adulta, pronto per imbarcarsi in un nuovo viaggio sulla scoperta.
  • Il primo film era stato originariamente pensato come un adattamento diretto dei libri di Cressida Cowell, ma la storia era un po’ troppo piccola e troppo giovane. DeBlois e Chris Sanders (co-sceneggiatore e co-regista del primo film) hanno avuto il compito di reinventare la storia per renderla più grande e con un lato action più accentuato. Naturalmente, con il secondo film ambientato a cinque anni di distanza, e introducendo tematiche più mature, il distacco dal materiale originale si fa ancora più significativo. DeBlois ha etichettato “L’impero colpisce ancora” come il miglior sequel di tutti i tempi, citandolo come fonte di ispirazione e linea guida per realizzare un grande sequel. Il regista ha inoltre apprezzato l’essere riuscito a raggiungere un pubblico così vasto, dichiarando che il suo obiettivo è proprio quello non fare un semplice film per bambini, ma di realizzare una pellicola capace di arrivare a tutti, indipendentemente dal sesso e dall’età.
  • Nel film verranno introdotte nuove specie di draghi. Gli autori amano esplorare le variazioni nei tratti e nelle personalità che esistono attraverso le diverse specie. Li realizzano in base agli scopi dei personaggi nel film. Molte informazioni saranno svelate sulla gerarchia dei draghi, a cui si era accennato nel primo film. Dopo il drago presente nel primo capitolo, che tutti gli altri temevano e servivano, avremo a che fare con un anello successivo nella catena alimentare: il drago Alfa, una sorta di re dei draghi capace di imporre il suo volere sugli altri attraverso una sorta di comunicazione ultra-sensoriale.
  • Il film confezionato è il prodotto di una collaborazione tra 30/40 animatori. Tuttavia, alcuni animatori vengono presi in prestito negli ultimi mesi per finire il film in tempo, raggiungendo così anche i 50 dipendenti.

Il regista Dean DeBlois parla di Dragon Trainer 2

  • DreamWorks è dotata di uno studio dedicato alla motion capture. Il film, come viene realizzato alla fine, non prevede l’uso di questa tecnica, che viene però utilizzata durante le prime fasi prototipo dell’animazione.
  • Lo scenografo Pierre-Olivier Vincent (amichevolmente chiamato POV) ha illustrato il processo creativo dietro la realizzazione di Hiccup, mostrando come sia stato invecchiato per il secondo film. Le versioni realizzate per il personaggio sono state circa 50, alcune ritenute troppo giovani, altre troppo goffe, altre troppo severe. È stato un processo immenso di continue prove ed errori per decidere il look finale. Hiccup non è stato disegnato direttamente su Jay Baruchel (suo doppiatore nella versione originale), gli animatori hanno incorporato elementi dei suoi movimenti e delle meccaniche del corpo.
  • La colonna sonora del film è stata affidata a John Powell (già compositore delle musiche per il primo film), che secondo DeBlois “ha superato se stesso”, trovando il modo di riprendere alcuni temi, espanderli e usarli in nuovi eccitanti modi, oltre ad aver introdotto dei bellissimi tempi completamente nuovi. Tra questi vi è “Lost and Found”, la rappresentazione musicale di uno dei temi narrativi centrali del film. Ogni personaggio sta perdendo o trovando qualcosa, qualcuno o una parte di sé.
  • DeBlois ha scritto la parte di Valka appositamente per Cate Blanchett. Descrive il personaggio come un tipo à la Jane Goodall (antropologa che ha dedicato 40 anni della sua vita allo studio della vita sociale e familiare degli scimpanzé), tagliata fuori dal resto dell’umanità . Era necessario che fosse vulnerabile ed emotiva in alcune scene, ma anche capace di essere autorevole e imponente. La Blanchett è stata la prima scelta del regista per le sue ampie capacità dimostrate in film come “Elizabeth”. DeBlois ha avvicinato l’attrice durante gli Oscar del 2011m dicendole che stava scrivendo una parte per lei nel sequel e la star ha risposto di essere interessata perché i propri figli avevano amato il primo film. DeBlois sostiene che durante la cerimonia, nel suo incredibile abito da sera e con i capelli meravigliosi, ha iniziato ad adottare gli atteggiamenti di una donna che vive nella natura, interpretando già quello che sarebbe stato il personaggio.
  • Rispondendo a un giornalista, che sosteneva che il film fosse troppo intenso dal punto di vista emotivo per un bambino di tre anni, DeBlois ha affermato: “Probabilmente c’è un’età adatta per questo film e un bambino di tre anni un po’ troppo piccolo.” Il film è stato effettivamente etichettato PG, con contenuti che potrebbero non essere adatti ai bambini, ma l’intento del regista è proprio quello di raccontare una storia matura, che abbia qualcosa da dire a tutti. Non sappiamo ancora quanto possa essere emotivamente forte la pellicola, ma c’è da dire che molte volte gli spettatori più piccoli vengono ingiustamente sottovalutati dalla stampa.

Le succose informazioni sul film, purtroppo, finiscono qui. L’attesa si farà ancora più struggente in attesa dell’uscita che, ricordiamo, avverrà il 16 agosto. “Dragon Trainer 2”  è diretto da Dean DeBlois e, nel cast originale, vede la presenza di Jay Baruchel, Gerard Butler, America Ferrera, Craig Ferguson, Christopher Mintz-Plasse,  Kristen Wiig, T.J.  Miller e Jonah Hill (già presenti nel primo film), con l’aggiunta delle voci di Cate Blanchett, Djimon Hounsou e Kit Harington.

 

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