Nonostante l’attuale situazione in Francia e Belgio, il cinema continua a sottolineare come si possa ridere di tutto e con tutti con film quali Dio esiste e vive a Bruxelles, produzione franco-belga-lussemburghese. La commedia, diretta da Jaco Van Dormael (L’ottavo giorno; Mr. Nobody), immagina che il Signore esista e viva fra noi, nella capitale del Belgio, divertendosi a punire gli uomini, mettendoli l’uno contro l’altro. La storia ruota attorno a Ea, figlia decenne di Dio che, per ripicca verso il padre crudele, fa sapere a tutte le persone quanto resta loro esattamente da vivere, decidendo inoltre di scrivere un nuovo Nuovo Testamento con dei propri apostoli.
Volto dell’infido Dio è quello di Benoît Poelvoorde (Emotivi anonimi; Niente da dichiarare?); l’attore ha incontrato la stampa assieme al regista e insieme hanno discusso del film, che sancisce la prima collaborazione fra i due nonostante la conoscenza di lunga data.
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Centrali nel film sono i personaggi femminili. Van Dormael spiega come abbia dato importanza alle donne stupito dal loro ruolo marginale nei testi sacri.
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Jaco Van Dormael riflette poi sull’attuale situazione nel mondo, inseguendo l’utopia di ridere con tutti riguardo tutto; Benoît Poelvoorde discute invece dell’empatia e del ruolo che gioca oggi la televisione.
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Focale è stata l’attenzione di Van Dormael alle musiche del film, tanto da assegnare a ciascuno dei nuovi apostoli un brano proprio che ne esalti la grandezza interiore, come spiega lui stesso.
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Il regista svela alcuni dei riferimenti cinematografici per il film, citando tra i suoi registi preferiti Federico Fellini e Marco Ferreri, e gli eventi di vita vera che hanno ispirato alcuni episodi della storia.
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