Dopo poco meno di un mese dal rilascio dell’ultimo spot televisivo, è stata organizzata un’anteprima speciale di ben 20 minuti per l’attesissimo“Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie”, attuale titolo del sequel de “L’alba del pianeta delle scimmie”, uscito nel 2011 e prequel del classico della fantascienza datato 1963.
L’evento è stato presentato da Andy Serkis, attore che presta spesso le sue sembianze per dar vita a personaggi non del tutto umani (su tutti Gollum nelle saghe de “Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit”) e che nella pellicola interpreta il leader delle scimmie ribelli: Cesare.
Serkis ha aperto il suo intervento annunciando “famiglia, tribalismo, empatia e pregiudizio” come i temi principali del lungometraggio, in gran parte già presentati nel capitolo precedente diretto da Rupert Wyatt (“Prison Escape”, 2008). L’attore tiene a specificare, però, che se il film del 2011 traeva grande ispirazione dal quarto capitolo della serie originale, ovvero “1999 – Conquista della Terra” del 1972, la pellicola di prossima uscita, la cui regia è passata nelle mani di Matt Reeves (“Cloverfield”, 2008), “porta il mondo rappresentato vicinissimo alla ‘primatocrazia’ (dominio dei primati n.d.a.) del primo “Il pianeta delle scimmie” del 1968.”
Riassumendo la trama di questo sequel: sono passati 10 anni dagli eventi narrati nel precedente capitolo. Il genere umano è stato praticamente spazzato via a causa del virus T-113, lasciando solo una manciata di sopravvissuti a lottare per la propria vita tra le rovine della civiltà umana. Nel frattempo, la fiorente cultura dei primati, anche se non molto evoluta sotto l’aspetto tecnologico, gode di un grande momento di slancio. All’interno della Foresta di Redwood, in California, Cesare e i suoi seguaci hanno costruito un villaggio primitivo e continuano a espandere lentamente la loro società. Cesare ha ora una compagna, Cornelia, interpretata da Judy Greer (“Paradiso Amaro”, 2011; “Lo sguardo di Satana – Carrie”, 2013) e la coppia ha un giovane figlio (il cui nome non è ancora stato rivelato, ma chiamato Milo in “Fuga dal pianeta delle scimmie” del 1971).
Serkis ha mostrato innanzitutto un montaggio in split-screen di alcuni attori nel ruolo dei primati assieme al risultato finale ottenuto tramite gli effetti visivi, evidenziando l’abilità richiesta per interpretare personaggi non umani. Paragonando la performance capture “ai costumi digitali e al trucco,” Serkis spiega come tutti colori impegnati a recitare la parte di una scimmia hanno dovuto imparare quattro tipi di linguaggio: vocalizzi scimmieschi, linguaggio dei segni, una combinazione rudimentali di gesti e suoni, un prototipo di linguaggio in lento sviluppo all’interno del villaggio. Tutti i quattro stili, spesso collegati l’un l’altro, sono stati mostrati nelle cinque scene presentate, anche tramite il linguaggio dei segni e i sottotitoli.
Nonostante il materiale mostrato sia stato dichiarato ancora incompleto, la pellicola sembra già pronto a impressionare il pubblico per la fattura degli effetti visivi, affidati nuovamente alla Weta Digital (tra i cui lavori, oltre alle due saghe fantasy dirette da Peter Jackson, sono da citare quelli di “Avatar” e “Prometheus”), con un enorme balzo in avanti rispetto al già impressionante lavoro svolto nel primo film.
PER NON FERIRE I CUORI DI MOLTI IMPAVIDI LETTORI, TENIAMO A PRECISARE CHE QUANTO SEGUE CONTIENE SPOILER, PER QUANTO MINIMI, SULLA TRAMA. CHIUNQUE VOLESSE GUSTARSI IL FILM SENZA ANTICIPAZIONI DI ALCUN GENERE È QUINDI AVVERTITO. Scorrete oltre fino a che non troverete l’avviso di fine spoiler per completare la lettura dell’articolo.
Passando al vivo dell’anteprima, la prima scena si apre con due scimmie in piedi di fronte a un ampio fiume, intente a cacciare pesci con delle lance costruite a mano. Una volta finito il compito, si incamminano per la foresta e si imbattono a sorpresa in un essere umano, Carver, interpretato dall’attore televisivo Kirk Acevedo. Terrificato egli stesso alla vista delle scimmie, l’umano estrae una pistola e inizia a urlare. Uno dei primati, il cui nome è Ash (figlio di Rocket, presente nel primo film) è chiaramente furioso e, nella foga del momento, l’umano gli spara un colpo contro ferendolo (ma apparentemente non uccidendolo). L’altra scimmia inizia a urlare proprio mentre altri uomini, guidati da Malcom, interpretato da Jason Clarke (“Il grande Gatsby” nel 2013, impegnato nelle riprese di “Everest” e scelto per interpretare John Connor nel prossimo “Terminator”), giungono sulla scena. In pochi attimi, il villaggio delle scimmie risponde con centinaia di primati che scendono dagli alberi, circondando Malcolm e il suo gruppo.
“Non vogliamo farvi del male!” dichiara Malcolm abbassando la propria arma, suscitando lo sgomento nei suoi compagni.
Cesare guarda dall’alto il piccolo gruppo di uomini, l’ira nei suoi occhi. “Via! Via adesso!” urla con tutta la sua forza, facendo fuggire gli umani.
“Seguili” dice facendo un cenno a Koba, interpretato da Toby Kebbell (in “Prince of Persia – Le sabbie del tempo” nel 2010 e futuro Dottor Doom nel reboot dei Fantastici 4), trattenendo allo stesso tempo uno smanioso gorilla. Nel panico, gli umani lasciano indietro uno zaino, che viene velocemente recuperato dai primati.
La seconda scena si svolge invece durante il consiglio delle scimmie, tenuto al centro del loro villaggio. Maurice, il saggio orango, sfoglia un libro trovato nello zaino recuperato nella sequenza precedente. In esso ci sono dei disegni fatti da un bambino che rappresentano cosa successe dopo la diffusione del virus.
Esprimendosi con il linguaggio dei segni e in un inglese stentato, il consiglio cerca di decidere quale debba essere la prossima mossa. Possono attaccare gli umani per vendicarsi di ciò che è successo ad Ash oppure ignorare l’attacco e andare avanti. Molti sono in favore di andare all’attacco, ma tutti concordano sul fatto che debba essere una scelta di Cesare. Quest’ultimo fa notare gesticolando che non sa quante armi abbiano gli umani e che non vuole perdere ciò che hanno costruito, pronunciando a gran voce la parola “Futuro”. Comunica dunque che prenderà una decisione per il mattino seguente.
Koba segue Cesare fino a casa, viene mostrato il suo volto pieno di cicatrici, testimonianza degli esperimenti di laboratorio a cui l’hanno sottoposto gli umani. Cominciamo dunque a capire perché la scimmia sia così assetata di sangue nei confronti degli uomini e tiene a rammentarlo a Cesare. Fu quest’ultimo a salvarlo e per questo Koba è disposto a seguirlo in capo al mondo, ma è anche convinto, come egli stesso dice a Cesare, che “le scimmie devono mostrare forza!”.
La scena successiva ci presenta invece il punto di vista degli umani. Nelle rovine di San Francisco, Dreyfus, interpretato da Gary Oldman (il commissario Gordon nella trilogia di Batman di Nolan e visto pochi mesi fa in “RoboCop”) si sta preparando alla risposta delle scimmie all’interno di una sorta di accampamento fortificato. Fuori, le scimmie fanno la loro comparsa, decorate con pitture di guerra e molte delle quali a cavallo.
“Sono ben più di 80” dice Dreyfus, che chiaramente non prova che disprezzo nei confronti dei primati.
Malcolm e un piccolo gruppo, tra cui figura Ellie, interpretata da Keri Russell (“Dark Skies – Oscure presenze”, 2013), si dirigono fuori; la loro paura è palpabile. Mentre escono dall’accampamento, guardano in alto, per vedere centinaia e centinaia di scimmie ricoprire i tetti di quella che un tempo era San Francisco.
“Scimmie non volere guerra” afferma Cesare fissando Malcolm, poi, indicando prima i boschi e dopodiché l’accampamento, aggiunge: “Scimmie casa. Umani casa. Combattiamo se dobbiamo. Non ritornate.”
I primati si allontanano a cavallo, mentre un’ultima scimmia avanza per restituire lo zaino.
Riguardo le ultime due scene mostrate, Serkis le ha introdotte descrivendone il contesto. Sembra che gli umani stiano cercando di riattivare una centrale idroelettrica e viene raggiunta una difficile pace con le scimmie, grazie alla convinzione di Cesare che sia possibile una convivenza pacifica tra loro e gli uomini. Breve e praticamente senza dialoghi, la scena si svolge dopo che Cesare ha salvato diversi umani da una sorta di esplosione e mostra il figlio di Cesare saltare dalle braccia della madre per fiondarsi in mezzo agli uomini, facendo balzare all’indietro Carver, mentre Ellie e Alexander, il figlio di Malcolm interpretato da Kodi Smit-McPhee (“Romeo and Juliet”, 2013), accolgono sorridenti il cucciolo.
La toccante scena finale ha per protagonista proprio Alexander, che si trova vicino una tenda nel mezzo del bosco e incontra il saggio orango Maurice, che probabilmente il giovane stava aspettando. I due rimangono fermi a qualche metro di distanza, guardandosi l’un l’altro, mentre comincia a piovere. Poi, il ragazzo estrae dalla sua borsa una copia molto consumata di “Black Hole”, un fumetto di Charles Burns, e lo mostra alla scimmia che appare molto interessata.
“Per ieri” dice Alexander, forse riferendosi a un ruolo che può aver avuto l’orango nel salvare la vita agli umani. I due siedono insieme sul terreno e Alexander comincia a leggere a Maurice. Malcolm si sveglia e si rende conto che suo figlio è sparito, si affaccia dunque fuori dalla tenda e vede ciò che sta succedendo; sveglia quindi Ellie e i due osservano Alexander e Maurice insieme, con Ellie che non riesce a trattenere le lacrime, di fronte a una scena che dimostra concretamente la possibilità di una pace tra gli uomini e le scimmie.
L’ANTEPRIMA HA PREVISTO ANCHE UN “BONUS”, OVVERO LA SCENA MOSTRATA AL COMIC-CON CON PROTAGONISTA LA SCIMMIA KOBA. A DIFFERENZA DELLE SCENE PRECEDENTI, L’IMPATTO DI QUESTA SEQUENZA È BEN MAGGIORE, DUNQUE LEGGETE SOLAMENTE SE VOLETE VERAMENTE SAPERE COSA ACCADE.
La scena si apre con due uomini, armati di fucile, vicini a dei sacchi di sabbia che sembrano comporre una barricata. I due sono evidentemente annoiati e conversano per ammazzare il tempo, quando all’improvviso appare di fronte a loro una scimmia, Koba. I due subito si innervosiscono e le puntano contro le armi, mentre questa si avvicina, gridandole di fermarsi. Il primate sembra però avere un’aria giocosa e sorridente e gli umani cominciano a tranquillizzarsi e iniziano persino a ridere ammirando le gesta quasi circensi dell’animale. Quest’ultimo indica una bottiglia di liquore vicino ai due uomini e questi, divertiti, gliela porgono. Dopo aver bevuto, la scimmia però sputa ciò che stava per ingerire e i due tizi si allarmano nuovamente; si tratta tuttavia di un falso allarme e la scimmia torna a ridere, così come gli umani. All’improvviso, però, la scimmia, strappa il fucile dalle mani di una delle due guardie e comincia a giocarci, come se non capisse di cosa si tratti, reazione del tutto comprensibile per una scimmia. Gli uomini sono spaventati e la loro paura è ben giustificata: Koba, impugna il fucile e spara all’uomo ancora armato; l’altro è in preda al terrore, mentre il primate punta verso di lui l’arma e fa fuoco, il tutto ancora ridendo.
Non sappiamo se Koba abbia agito per ordine di Cesare, ma visto il suo comportamento e rammentando il suo commento durante la scena del consiglio, viene da pensare che abbia agito così come vendetta verso gli umani per le numerose torture di cui è stato vittima.
QUI FINISCE IL RESOCONTO DELL’ANTEPRIMA PRESENTATA DA ANDY SERKIS, DA QUI IN POI SI DICHIARA FINITO IL DOMINIO DELLO SPOILER!
Seppur non presenti direttamente all’evento, il resoconto delle scene mostrate promette molto bene e il nuovo lungometraggio sembra riuscire a dosare gli stupefacenti effetti visivi e le scene d’azione e suspense con sequenza dall’impatto emotivo più ricercato.
Diretto da Matt Reeves e sceneggiato da Mark Bomback (“Total Recall – Atto di forza”, 2012; “Wolverine – L’immortale”, 2013), “Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie” debutterà nelle sale italiane il 10 luglio 2014, un giorno prima del lancio americano. Nel cast spiccano Andy Serkis, Jason Clarke, Gary Oldman, Toby Kebbell e Judy Greer.