Aningaaq chiude il cerchio di Gravity

Con Gravity di Afonso Cuaron era stato amore a prima vista. Lo è anche con Aningaaq, cortometraggio originariamente progettato per essere inserito nei contenuti speciali dell’edizione blu-ray del film. Aningaaq sono pochi minuti di poesia. Si inserisce in un punto altrimenti buio. Ryan (Sandra Bullock) cerca disperatamente un contatto radio con la Terra, cerca qualcuno a cui dire addio, e nel film possiamo sentire che parla con qualcuno con cui decisamente non c’è comprensione linguistica. Ma lei sente l’abbaiare dei cani, il pianto di un bambino. Sono elementi di vita, elementi che le ricordano quanto ci sia da combattere, sul pianeta da cui è partita.

Ma chi le ha risposto?

Aningaaq non è un titolo casuale: è il nome dell’uomo che le risponde, un uomo che non capisce assolutamente ciò che sta chiedendo Ryan, non comprende la disperazione, ma vive anche lui una condizione particolare. È un uomo che vive e crea la propria famiglia dove nessun occidentale oserebbe, un uomo che vive drammi come tutti, che si sfoga con Ryan senza rendersi conto che lo sta facendo anche lei. È un titolo che non vuole creare distacco, ma che cerca un legame intimo con lo spettatore. La telecamera offre un punto di vista iniziale che è desolante, sconfinato quanto lo spazio in cui si trova Ryan.

Aningaaq è fascino e rime sul grande schermo, con il regista compositore Jonas Cuaron, fratello del più famoso Alfonso. Così, per gli Oscar 2014, si potrebbe presentare una condizione nettamente particolare: il successo che questo cortometraggio ha avuto sul web, dopo avere riscosso più che positive critiche nei festival di tutto il mondo, potrebbe portarlo alla candidatura ai premi Oscar, nella stessa serata che potrebbe anche vedere Gravity in lizza per qualche statuetta. Il che presenterebbe l’eventualità di una famiglia davvero notevole, nel panorama cinematografico attuale.

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