I Miglior Easter Eggs e riferimenti in Beetlejuice 2

Easter Eggs Beetlejuice Beetlejuice: Tutti i richiami e i dettagli nascosti che collegano il sequel al film originale.

I Miglior Easter Eggs e riferimenti in Beetlejuice 2

Dopo 36 anni dall’uscita del primo “Beetlejuice” diretto da Tim Burton nel 1988, il tanto atteso sequel “Beetlejuice Beetlejuice” è finalmente nelle sale, riportando in scena il carismatico demone interpretato da Michael Keaton. Al suo fianco, ritornano le star originali come Winona Ryder e Catherine O’Hara, ma il film del 2024 si arricchisce anche di nuovi elementi e omaggi che strizzano l’occhio ai fan del primo capitolo.

Gli Easter Eggs di Beetlejuice 2, tu li hai notati?

Il ritorno di “Day-O” di Harry Belafonte Uno dei momenti più iconici del film del 1988 è la scena del pranzo in cui la famiglia Deetz e i loro ospiti vengono posseduti dai Maitland, costretti a cantare “Day-O” di Harry Belafonte. Il sequel non poteva ignorare questo momento memorabile e riporta la canzone in una nuova versione. Stavolta, viene eseguita da un coro gospel al funerale di Charles, creando un’atmosfera diversa ma con un richiamo nostalgico.

Le sculture di Delia Deetz Nel nuovo film, Delia Deetz (Catherine O’Hara) continua la sua carriera artistica, gestendo una galleria d’arte sperimentale a Manhattan. I fan riconosceranno subito le sue eccentriche sculture, come quella simile a un artiglio che nel primo film la bloccava al muro. Questo dettaglio rende omaggio all’evoluzione del personaggio e al suo stile unico.

Ghost House: Un richiamo al passato Nel sequel, troviamo una Lydia Deetz (Winona Ryder) adulta, impegnata a condurre uno show televisivo chiamato “Ghost House”, un titolo che si rivela essere un riferimento spiritoso al fatto che “Beetlejuice” avrebbe potuto chiamarsi proprio così, se la Warner Bros. avesse avuto la meglio nel 1988. Il titolo originale non piaceva agli studi, ma Tim Burton ha insistito per mantenerlo.

La sala d’attesa e i ragazzi con la testa rimpicciolita Uno dei momenti memorabili del primo film è l’apparizione di un uomo con una testa rimpicciolita nella sala d’attesa del Neitherworld. Nel sequel, il personaggio ritorna, questa volta a capo di un ufficio pieno di impiegati con teste rimpicciolite, un chiaro riferimento al classico. Le targhette dei nomi dei personaggi fanno addirittura riferimento ai produttori del film, come Brad Pitt e Al Gough, inserendo un tocco di ironia dietro le quinte.

Il manuale per i deceduti di recente Il Manuale per i deceduti di recente che guidava i Maitland nel primo film fa il suo ritorno nel sequel, svolgendo un ruolo chiave nella trama. Viene scoperto dalla giovane Astrid, che lo utilizza per navigare nell’aldilà e annullare il contratto di matrimonio tra Beetlejuice e Lydia, mantenendo vivo l’umorismo dark che ha caratterizzato l’originale.

Il matrimonio di Lydia e l’abito da sposa Il sequel riprende anche l’idea del matrimonio tra Beetlejuice e Lydia, un desiderio che il demone non ha mai abbandonato. Dopo aver firmato un contratto con Beetlejuice, Lydia si ritrova a indossare un abito da sposa rosso, simile a quello che portava nel primo film, in un chiaro omaggio alla scena del 1988.

La morte di Charles Deetz Un elemento significativo è l’assenza di Charles Deetz, interpretato nel primo film da Jeffrey Jones, che nel sequel viene dichiarato morto. La sua dipartita viene narrata attraverso una sequenza animata in stop-motion, stile tipico di Tim Burton, in cui Charles sopravvive a un incidente aereo solo per essere poi mangiato da uno squalo. Questa scelta creativa riflette il gusto macabro e surreale del regista, oltre a spiegare la mancanza del personaggio a causa delle controversie legali di Jones nella vita reale.

Beetlejuice: un sequel ricco di omaggiBeetlejuice Beetlejuice” è un sequel che non solo si diverte a creare nuovi scenari, ma celebra il passato con numerosi richiami nostalgici e riferimenti nascosti, mantenendo intatto lo spirito folle e soprannaturale dell’originale. La visione unica di Tim Burton, unita a un cast affiatato e a nuovi talenti, ha permesso di creare un film che rende giustizia al cult del 1988, regalando al pubblico momenti di puro divertimento e nostalgia.

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