Biancaneve e il cacciatore – La recensione

Lo spettacolare film tra fiaba e fantasy con un cast stellare, Kristen Stewart, Charlize Theron, Chris Hemsworth solo per citare i più famosi, esce nei cinema italiani mercoledì 11 luglio. Ravenna è una bella bambina che un re malvagio e affamato di bellezza strappa precocemente alle cure della madre. Battezzata da un incantesimo malefico e per questo votata a vendicarsi degli uomini, Ravenna diventa col tempo sempre più bella e più potente, con a disposizione innumerevoli eserciti di ombre, facendo innamorare sovrani e distruggendo regni. Anche il padre di Biancaneve viene incantato, fatto innamorare e ucciso nel suo letto la prima notte di nozze e Ravenna diventa regina anche di questo regno rinchiudendo la sua principessa ancora bambina nella torre più fredda del castello. Gli anni passano e Biancaneve diventa sempre più bella e prima che la regina possa ucciderla per impadronirsi del suo cuore che la renderebbe ancora più bella e immortale riesce a fuggire e trova rifugio bosco. La perfida Ravenna assolda un cacciatore sempre ubriaco e impulsivo e lo lancia all’inseguimento della fuggitiva, che perduta in una foresta nemica, viene soccorsa da gnomi, troll, fatine e principi slavati.

Molti film usciti negli ultimi anni tendono a contaminare generi e riferimenti, su tutti “Cowboy and Aliens” e anche Biancaneve e il cacciatore non è da meno e per far digerire al pubblico una fiaba classica in chiave moderna utilizza lo stesso procedimento. L’esordiente regista Rupert Sanders infarcisce il film di citazioni cinematografiche e forse proprio questo è il problema principale di questa pellicola, che nonostante tutto però risulta anche godibile. Gran conoscitore del filone fantasy di cui “Avatar” ed “Il Signore degli Anelli” sono i pilastri ed estimatore del grande Ridley Scott, Sanders non riesce però ad omogeneizzare bene tutto questo nella messa in opera del film, che risulta così pieno di scene molto belle ma totalmente slegate fra di loro. Anche le due attrici protagoniste Kristen Stewart e Charlize Theron in alcuni momenti sembra addirittura che stiano recitando in due film completamente diversi: la prima, sempre bravissima nei numerosi film che ha interpretato, qui si lascia andare un po’ a sproposito ad una recitazione sempre sopra le righe, mentre la seconda, anche effettivamente sta maturando, appare ancora costantemente afflitta e priva di personalità.

Il film offre però anche dei momenti di buon cinema spettacolare e la sceneggiatura, anche se non originalissima, risulta ben assemblata e calibrata. Meno convincente la ripetizione dell’ormai trito triangolo amoroso che ha reso celebre la Stewart. Come in Twilight infatti, la leggiadra Biancaneve è contesa tra due rivali in amore: un virile e sanguigno cacciatore, l’ispido Chris Hemsworth, che qui sostituisce il martello di Thor con un’accetta, ma nel complesso l’espressione rimane identica, e un pallido ed efebico principe impersonato da Sam Claflin. La Biancaneve di Ruper Sanders è un’eroina emancipata e molto combattiva che nell’arco del film compie un percorso di maturazione personale e alla fine si trasforma in una guerriera stile Giovanna D’arco. Il bosco stregato nel quale trova rifugio, è molto simile alla Terra di Mezzo di tolkeniana memoria, popolata da Troll, cavalieri oscuri, fate e folletti. Anche i sette nani, qui interpretati da un eccezionale cast di attori britannici, tra cui Bob Hoskins, Ian McShane, Ray Winstone e Nick Frost, non sono più dei bonari e buffi minatori dai nomi strampalati, ma scorbutiche canaglie che si rifiutano perfino di cantare “Ehi-Ho! Ehi-Ho! Andiamo a lavorar” e sembrano imparentati con Gimli o con Tyrion Lannister de “Il trono di spade”. In definitiva questo film non brilla mai di luce propria e sembra solo un mix dei fantasy più famosi già visti.  Per di più il regista mostra anche  tutti i limiti di chi arriva dalla regia di spot pubblicitari, dando vita a bellissime immagini patinate e ammalianti, con raffinati giochi cromatici ed effetti speciali, ma perdendo di vista la coerenza della trama e la solidità delle caratterizzazioni dei personaggi.

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