La Teoria Del Tutto – Recensione: lo splendore di Eddie Redmayne

I film biografici sono sempre pericolosi. Rischiano di cadere facilmente in una gestione con poco ritmo, quando si è abituati a titoli più movimentati, e risultare noiosi. Non è il caso di La Teoria Del Tutto, costruito in maniera sì lineare, ma che non porta mai a cedere nell’attenzione.

Storia tratta da Verso l’infinito (titolo originale Travelling to Infinity: My Life With Stephen) della moglie Jane Wilde, il film ci racconta l’ordinariamente straordinaria vita di Stephen Hawking, il fisico, matematico, cosmologo e astrofisico di Oxford che, grazie alle sue teorie sui buchi neri e sull’origine dell’universo ha completamente cambiato il volto di quel lato di scienza.

Un brillante studente è sulla soglia del dottorato a Cambridge, quando un incidente lo costringe a prestare attenzione a piccoli sintomi, come il tremore di una mano. Viene diagnosticata la malattia del motoneurone (probabilmente una forma di SLA), e gli viene data un’aspettativa di vita di due anni. Depressione, allontanamento dal mondo, e poi la voglia di vivere e di combattere, grazie all’amore di Jane, nella convinzione che quei due anni di vita dovessero essere vissuti con lei. Ma la vita si rivelerà molto più lunga delle previsioni. Tre figli, problemi economici perché un fisico famoso non è una rockstar ma richiede assistenze in più, il progressivo stress  della stessa Jane, periodici momenti depressivi e momenti di grande attività di studio e ricerca. Una vita vista dal punto della moglie, accanto a lui fino al momento del divorzio, e anche oltre.

Ma la forza di La Teoria Del Tutto va oltre la mera, affascinante storia di Hawking: il film è Eddie Redmayne. Senza di lui, senza la sua splendida interpretazione, il film non sarebbe lo stesso. L’attore britannico poteva essere una interessante promessa in Elizabeth: The Golden Age, particolare in Marilyn e una rivelazione in Les Misérables, ma tutto questo impallidisce di fronte al lavoro fatto per calarsi nei panni di Stephen Hawking. Il modo di curvarsi gradualmente con le spalle, si muovere e contrarre le mani, di tenere un gessetto tra le dita, di perdere il controllo dei muscoli del viso, di ammucchiarsi sulle sedie a rotelle.

Lo sguardo, il pianto, il dolore e la disperazione che sono solo in uno sguardo, quando ha ben poca capacità di muovere i muscoli del viso. Il film è Redmayne, e lo è nel modo migliore che ci possa essere. Il Golden Globe come Miglior Attore in un film drammatico è più che meritato. Felicity Jones è la compagna perfetta. Dimentichiamo The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro e Felicia Hardy, perché quella che abbiamo di fronte, sul grande schermo, è l’attrice che sa incidere sulla pellicola tutta la tenacia di Jane Wilde, dandole la forza che una donna del genere può avere avuto, nello stare accanto per tanti anni a un uomo brillante, intelligente, intellettualmente impressionante, a cui il destino ha scelto di regalare una vita molto più lunga del previsto, carica di ogni genere di evento, ma con un handicap che lo rende assolutamente non autonomo.

Dopo tanta reticenza, Hawking ha dato l’ok alle riprese di un film che mostra i lati nascosti della sua incredibile vita. Jane Wilde, presente diverse volte sul set, dichiara che «Vedere la scena della caduta, quando inciampa, è stato doloroso: era qualcosa che ho visto più volte, solo che era vero e non finzione». Quando il film fu poi fatto vedere in anteprima a Hawking stesso, con tutta la sua verve mai scalfita nemmeno dall’impossibilità di parlare, lo scienziato ha commentato solamente «Questa però non è la mia voce»: e non era qualcosa di negativo, ma la decisione di concedere l’utilizzo della voce, posta sotto brevetto, del suo sintetizzatore vocale.

La Teoria Del Tutto è un biopic che deve la sua forza agli interpreti e alla colonna sonora che accompagna ogni momento del film. Resta impressa, nello spettatore, l’interpretazione di due giovani attori che trovano una sinergia incredibile, in grado di rendere al meglio una storia come quella di Stephen Hawking, vista con gli occhi della moglie Jane.

VOTO MISTER MOVIE: [star rating=”4.5″]

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